L’esperienza di tre giorni di intenso lavoro individuale e di gruppo

Tre giorni di corso CLIPS per approfondire, tra teoria e pratica, l’arte della facilitazione, il processwork e l’utilizzo di strumenti di diagnosi di gruppo. Rivolto a tutti coloro che lavorano in e con i gruppi, il corso si avvale dell’esperienza decennale di esperti facilitatori e membri di comunità, per capire come è possibile gestire le dinamiche di gruppo  e sostenere la buona riuscita di progetti condivisi di vita e di lavoro.

Che cosa significa CLIPS?

CLIPS ovvero Community Learning Incubator Programme for Sustainability https://clips.gen-europe.org/ è un programma nato nel 2015 dall’incontro di 21 rappresentanti di 9 Ecovillaggi della rete GEN Europe.

Da dove nasce l’idea di creare un programma di sostegno e sviluppo di nuove comunità? Dall’esperienza! Molti formatori, all’epoca presenti a quel primo incontro, sono membri decennali di progetti di vita comunitaria, come gli ecovillaggi. I molteplici rischi di fallimento che corre una comunità intenzionale li hanno spinti a scrivere una guida https://clips.gen-europe.org/downloads/ La guida, scritta a più mani, non è un testo accademico e nemmeno un manuale pratico, piuttosto uno strumento prezioso di ispirazione, perché nutrito dall’esperienza di un intenso vissuto comunitario. Il testo è stato pensato per fornire linee guida, spunti di riflessione, su esempi di passate esperienze e di aiuto concreto in quei momenti di criticità nelle dinamiche di gruppo che possono essere tanto distruttivi quanto fecondi di nuovo benessere!

Sebbene nati all’interno delle esperienze di vita in ecovillaggi, le riflessioni e gli strumenti suggeriti dalla guida non sono ad uso esclusivo di comunità intenzionali come gli ecovillaggi ma si rivolgono anche a chi fa parte e/o coordina associazioni culturali, i co-housing, le ONG, le scuole comunitarie, le banche etiche, le iniziative collettive e, in generale, chi lavora all’interno di gruppi o ne progetta la creazione.

L’intento della guida e del corso CLIPS è quello di evitare la creazione di crepe o, peggio, rotture nei gruppi e il diffondersi di sofferenze difficili da assorbire dopo. Al contrario, la conoscenza sempre più approfondita delle quattro dimensioni e della loro interazione, può concretamente aiutare un gruppo a superare difficoltà e a raggiungere il proprio scopo!

Cosa sono le quattro dimensioni del modello CLIPS?

Nella guida troviamo elencate e descritte quattro macro aree:

L’individuo: la sua esperienza, le sue abilità, i suoi bisogni…

La comunità: il vivere quotidiano, la gestione di attività e di spazi, la comunicazione, i conflitti e la loro gestione, la celebrazione…

La struttura: il processo decisionale, l’organizzazione delle finanze, la rappresentanza legale….

L’intento: all’ interno di un gruppo le tre aree sono interdipendenti e vengono sostenute da un’intenzione che guida verso la stessa direzione.

L’intento o intenzione è a sua volta nutrito dai sogni, aspirazioni, desideri, bisogni e dalle intuizioni individuali che, a loro volta, spingono a voler entrare in un gruppo e che si uniscono a quelli del gruppo stesso per portare avanti un processo comunitario.

Insomma, un’energia circolare, da mantenere viva e pulsante per un progetto tanto ambizioso quanto può essere quello di: “stare insieme”!

“Che cos'è una “comunità”? Quando parliamo di "comunità" o di "progetto comunitario", ci riferiamo a un gruppo di persone accomunate da una stessa visione del mondo, dalla visione e dagli obiettivi del progetto e dalla condivisione di momenti della propria vita non professionale”

Ed ora si entra nel vivo del corso CLIPS!!

Benissimo, queste sono le basi ma il corso CLIPS non prevede solo teoria, tutt’altro!

Il programma è ricco e animato:

A guidarci in questo percorso è l’equipe italiana del CLIPS, composta da quattro facilitatori/formatori con esperienza diretta e duratura nel campo della facilitazione e della vita comunitaria: Genny Carraro (Manger Director Gen-Europe e Arterra), Lucilla Borio (Ecovillaggio Torri Superiore), Riccardo Clemente (Comunità degli Elfi, co-presidente Rive e membro del Consiglio direttivo del GEN) e Giorgia Lattuca (membro del Consiglio Direttivo RIVE).

Genny, Lucilla, Riccardo e Giorgia si alternano per portarci le loro esperienze come membri di ecovillaggi creando l’opportunità di testare su noi stessi degli strumenti pratici di valutazione.

Gli strumenti diagnostici

Di che cosa si tratta?

Si tratta di strumenti (molto sperimentati!) utili per “tastare il polso” del gruppo in alcuni momenti, anche critici, del proprio percorso comunitario. I metodi di diagnosi sono trasversali per le quattro aree, possono aiutare a mettere in luce delle criticità e sebbene questo possa sollevare nuovi problemi, si rivelano utili per dare al gruppo una maggiore lucidità.

Vediamoli meglio…

All’interno di un gruppo non sempre è chiaro a tutti cosa ogni individuo realmente pensa riguardo ad un dato argomento.

Possiamo domandarlo? Certamente ma lo possiamo anche vedere molto…fisicamente!

La Sociometria

La sociometria misura le variabili sociali all’interno di un gruppo e cattura le informazioni trasformando la domanda in un dato fisico. Perfettamente chiaro, vero? Forse no…

Ma se si prende un nastro adesivo e con questo si traccia una linea sul pavimento, stabilendo il valore più basso ad una estremità e il valore più alto all’altra, alla domanda “Rispetto alla questione X quanto sei d’accordo?” è possibile vedere non solo un individuo ma un gruppo di individui muoversi e posizionarsi su una linea che ci darà immediatamente un quadro chiaro dell’andamento di tutto il gruppo.

Le domande possono ripetersi e così gli spostamenti avanti ed indietro.

Una semplicità efficace e potenzialmente divertente: provare per credere!

La costruzione dello spazio può essere fatta anche in altri modi e con tecniche che toccano corde profonde, rivelano gruppi di affinità e, spesso, permettono di esplorare caratteristiche individuali e di gruppo di cui non siamo totalmente consapevoli…basta nascondere dei quaderni per trovarci sorpresi, confusi, “beccati”, riflessivi (eh, no, non voglio rivelarvi proprio tutto!).

La Sociocrazia interiore

I puffi.

Ce li troviamo davanti a centinaia. E’ la strabiliante collezione di Genny che fa affiorare in noi vividi ricordi di infanzia. Ci sono tutti, da Puffetta a Gargamella, l’immancabile Grande Puffo, Baby Puffo, Quattrocchi e tutte le attività in cui sono rappresentati.

Viene voglia di giocarci e in effetti, quello che siamo invitati a fare è proprio un gioco. Con noi stessi. Con quelle parti di noi spesso in conflitto (prima di entrare in conflitto con gli altri) a causa del grande potere che diamo ad una a discapito delle altre, senza accorgerci delle enormi potenzialità di cui disponiamo finché non iniziamo ad ascoltarle tutte e a dare a tutte lo spazio necessario per esprimersi.

Come potremo facilitare gli altri se prima non impariamo a facilitare noi stessi?

Se gli strumenti e i giochi sono utilissimi per una buona facilitazione nel gruppo, Genny ci ricorda che la facilitazione non è una tecnica, piuttosto un “lavoro sartoriale” e come ogni bravo sarto, l’aspirante facilitatore diventa abile a conoscere il “corpo” del gruppo per confezionare un abito comodo, pratico e che sappia esprimere la bellezza di chi lo indossa.

Facile? Niente affatto!

Ma questi aspiranti ambasciatori CLIPS non si lasciano spaventare e…stanno al gioco!

Il corso prosegue in diversi workshops e casi studio, dove la teoria lascia il posto alla pratica sul campo.

Alcuni esempi:

Blu, Verde, Rosso, Giallo. Aspirazioni, organizzazione, cura, sogni. Quando i colori possono aiutarci a comprendere le nostre inclinazioni, forze e fragilità, e quelle altrui. Il gioco dei colori di Riccardo

“Ogni voce porta un messaggio. Se non l’ascolti il messaggio arriverà ancora più potente. Ogni voce vuole essere ascoltata.”
Genny
Rango, ruolo, leadership

Strumenti Sistemici “l’essenziale è invisibile agli occhi” (e tutto permea): la strada verso la consapevolezza, con Giorgia

“Tutto ciò che incontro, non importa quanto doloroso, può contribuire al mio apprendimento e alla mia crescita personale”.
Lucilla
Le carte di comunità

Il Modello CLIPS

“Idealmente individuo, comunità, intento, strutture e pratica sono perfettamente interconnessi. Tuttavia, nella nostra esperienza, la pratica non sempre risulta coerente con l’intento, la struttura può mancare del tutto o risultare inadeguata, creando confusione e disagi. Può accadere che l’intento non venga rivisitato e mantenuto in vita, nel caso in cui, ad esempio, sia chiaro solo per alcuni dei fondatori. Oppure la coerenza tra l'intento, la struttura e la pratica sia debole o l'equilibrio tra l'individuo e la comunità sia una continua sfida. Le ragioni dei conflitti e del malfunzionamento del sistema nel suo complesso possono generalmente essere ricondotti ad una scarsa attenzione all'interconnessione tra i diversi livelli o ad uno dei livelli”

Siamo abituati a pensare che i conflitti tra persone si scatenano in modo evidente, violento ed eclatante. Non sempre, anzi. L’esperienza di vita comunitaria vuole rendere visibile proprio quelle dinamiche più nascoste e sottili, spesso difficili da comprendere all’esterno ma che sono la reale causa di quello che, anche tempo dopo, può portare un gruppo a sciogliersi tra confusione, amarezza rabbia, sensi di colpa.

Ad aiutarci in queste fasi delicate ma fondamentali per la buona riuscita di un progetto di gruppo è lo strumento di diagnosi (una sorta di “termometro da comunità”) SWOT, acronimo di Strenghts, Weakness, Opportunities, Threats (forze, fragilità, opportunità, minacce).

“I conflitti che emergono nel gruppo rappresentano un'opportunità per prendere atto di ciò che non funziona, per sviluppare le proprie capacità comunicative, per comprendere meglio le diversità all'interno del gruppo e scoprire come gestire gli aspetti emotivi”.

Anche la Permacultura Sociale riflette sull’interrelazione tra gruppi umani e tra questi e il mondo esterno, permettendoci di ampliare la nostra visione del presente nella sua complessità e di aguzzare la vista (e l’immaginazione!) verso il futuro.

Tutto muta e cambia, questo provoca ansia e paura.

Tra i 12 principi della permacultura ideati da David Holmgren, l’ultimo dice “Usa e rispondi creativamente al cambiamento” ovvero: la visione non è vedere le cose come sono ma come saranno…

Come potrà essere utilizzato un cerchio a cui si legano molte corde?!

Arrivederci al prossimo CLIPS per saperlo 😉

Grazie a tutti i partecipanti della sessione gennaio 2020, ufficialmente “Ambasciatori CLIPS”. Brindiamo alla gioia, alla musica, alle risate e alle lacrime che hanno reso speciali questi giorni di straordinaria condivisione. Vi aspettiamo a Torri Superiore!!!

Per un approfondimento su come il modello CLIPS può essere uno strumento di riflessione utile durante periodi di difficoltà, come quello durante il COVID, vi invito a leggere l’articolo pubblicato il 30 marzo 2020 sul sito della RIVE https://ecovillaggi.it/notizie/curiosita/266-comunita-regole-fiducia-e-responsabilita-l-emergenza-coronavirus-osservata-con-le-lenti-clips.html


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2 Comments

  • Garry Zuidland, 16 Aprile 2020 @ 12:48 Reply

    Interesting matter. As a teacher (philosopy/ethics/religious education) I deal a lot with group dynamics. Though this time of Lockdown offers new challenges, this is also a valuable tool for the educational sector.

    • Francesca, 17 Aprile 2020 @ 15:42 Reply

      We agree definitely! Thank you. We hope the family is well, many greetings to all of you. From all the ecovillage’s members!

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